“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
Dopo il grande successo di On Te L’Avait Dit (2015) e Des Promesser (2017), l’insaziabile produttore francese ritorna al suo primo amore, la musica disco, volgendo lo sguardo alle sue influenze africane e caraibiche. Esce così nel 2021 il nuovo album Voiciii per Voilaaa, firmato Favorite Recordings. Come un tuffo immersivo nel suo universo afro-disco espresso in 14 tracce, è inutile dire che in questo LP si trovano tutti gli ingredienti che lo hanno reso famoso: pezzoni festivi convincenti e a misura di dancefloor, irresistibili arrangiamenti funky e un innegabile senso dell’umorismo e dell’ironia. Senza dubbio, come ovunque negli anni ’70 e ’80, movimenti funky e disco erano estremamente influenti in questi luoghi, e nella maggior parte dei casi, la…
Con 30 dischi all’attivo, la leggenda ghanese Gyedu Blay Ambolley e la sua Sekondi Band hanno scritto una delle pagine più rivoluzionarie della musica africana tanto che il loro ultimo disco uscito ad aprile, “Gyedu Ambolley and Hi-life Jazz” (Agogo Records) è in cima alla classifica di gradimento tra i cultori dell’Highlife/Afro-jazz sparsi nel mondo. Nato nel 1947 a Sekondi-Takoradi nel Ghana occidentale, Ambolley è talento precoce: a 8 anni inizia a suonare il flauto del padre e già a 14 anni approda da polistrumentista alla corte di “Uncle Bonku” che lo perfeziona all’uso della chitarra. Ma è dall’incontro e dalla formazione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con Ebo Taylor e Sammy Lartey che si rivela la…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
Un artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro-cubana. Il suo ultimo album YESUN (Wagram / Audioglobe) è appena uscito: 12 composizioni originali, numerosi ospiti tra cui il sassofonista, vincitore di un Grammy Award, Joe Lovano e il celebre trombettista franco-libanese Ibrahim Maalouf. Un disco sospeso tra tradizione e modernità, dove i ritmi cubani intrecciano beat, tastiere retro e acrobazie vocali. “Yesun è il disco a cui ho sempre aspirato. Tutte le mie influenze sono qui, tutti i suoni e le vibrazioni che mi appartengono e mi definiscono”. Roberto Fonseca sarà accompagnato dal batterista Raul Herrera e dal contrabbassista Yandy Mantinez-Rodriguez.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
É uscito il 12 maggio London Ko, il nuovo disco di Fatoumata Diawara co-prodotto da Damon Albarn. Con questo nuovo disco, Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako. In London Ko l’artista africana, tra le voci più intense nel panorama internazionale della world music, unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e compare in ben sei brani, tra cui il primo singolo, Nsera, uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora. Attingendo agli incontri artistici internazionali…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
Dopo il grande successo di On Te L’Avait Dit (2015) e Des Promesser (2017), l’insaziabile produttore francese ritorna al suo primo amore, la musica disco, volgendo lo sguardo alle sue influenze africane e caraibiche. Esce così nel 2021 il nuovo album Voiciii per Voilaaa, firmato Favorite Recordings. Come un tuffo immersivo nel suo universo afro-disco espresso in 14 tracce, è inutile dire che in questo LP si trovano tutti gli ingredienti che lo hanno reso famoso: pezzoni festivi convincenti e a misura di dancefloor, irresistibili arrangiamenti funky e un innegabile senso dell’umorismo e dell’ironia. Senza dubbio, come ovunque negli anni ’70 e ’80, movimenti funky e disco erano estremamente influenti in questi luoghi, e nella maggior parte dei casi, la…
Con 30 dischi all’attivo, la leggenda ghanese Gyedu Blay Ambolley e la sua Sekondi Band hanno scritto una delle pagine più rivoluzionarie della musica africana tanto che il loro ultimo disco uscito ad aprile, “Gyedu Ambolley and Hi-life Jazz” (Agogo Records) è in cima alla classifica di gradimento tra i cultori dell’Highlife/Afro-jazz sparsi nel mondo. Nato nel 1947 a Sekondi-Takoradi nel Ghana occidentale, Ambolley è talento precoce: a 8 anni inizia a suonare il flauto del padre e già a 14 anni approda da polistrumentista alla corte di “Uncle Bonku” che lo perfeziona all’uso della chitarra. Ma è dall’incontro e dalla formazione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con Ebo Taylor e Sammy Lartey che si rivela la…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
Un artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro-cubana. Il suo ultimo album YESUN (Wagram / Audioglobe) è appena uscito: 12 composizioni originali, numerosi ospiti tra cui il sassofonista, vincitore di un Grammy Award, Joe Lovano e il celebre trombettista franco-libanese Ibrahim Maalouf. Un disco sospeso tra tradizione e modernità, dove i ritmi cubani intrecciano beat, tastiere retro e acrobazie vocali. “Yesun è il disco a cui ho sempre aspirato. Tutte le mie influenze sono qui, tutti i suoni e le vibrazioni che mi appartengono e mi definiscono”. Roberto Fonseca sarà accompagnato dal batterista Raul Herrera e dal contrabbassista Yandy Mantinez-Rodriguez.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
É uscito il 12 maggio London Ko, il nuovo disco di Fatoumata Diawara co-prodotto da Damon Albarn. Con questo nuovo disco, Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako. In London Ko l’artista africana, tra le voci più intense nel panorama internazionale della world music, unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e compare in ben sei brani, tra cui il primo singolo, Nsera, uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora. Attingendo agli incontri artistici internazionali…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
Dopo il grande successo di On Te L’Avait Dit (2015) e Des Promesser (2017), l’insaziabile produttore francese ritorna al suo primo amore, la musica disco, volgendo lo sguardo alle sue influenze africane e caraibiche. Esce così nel 2021 il nuovo album Voiciii per Voilaaa, firmato Favorite Recordings. Come un tuffo immersivo nel suo universo afro-disco espresso in 14 tracce, è inutile dire che in questo LP si trovano tutti gli ingredienti che lo hanno reso famoso: pezzoni festivi convincenti e a misura di dancefloor, irresistibili arrangiamenti funky e un innegabile senso dell’umorismo e dell’ironia. Senza dubbio, come ovunque negli anni ’70 e ’80, movimenti funky e disco erano estremamente influenti in questi luoghi, e nella maggior parte dei casi, la…
Con 30 dischi all’attivo, la leggenda ghanese Gyedu Blay Ambolley e la sua Sekondi Band hanno scritto una delle pagine più rivoluzionarie della musica africana tanto che il loro ultimo disco uscito ad aprile, “Gyedu Ambolley and Hi-life Jazz” (Agogo Records) è in cima alla classifica di gradimento tra i cultori dell’Highlife/Afro-jazz sparsi nel mondo. Nato nel 1947 a Sekondi-Takoradi nel Ghana occidentale, Ambolley è talento precoce: a 8 anni inizia a suonare il flauto del padre e già a 14 anni approda da polistrumentista alla corte di “Uncle Bonku” che lo perfeziona all’uso della chitarra. Ma è dall’incontro e dalla formazione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con Ebo Taylor e Sammy Lartey che si rivela la…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
Un artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro-cubana. Il suo ultimo album YESUN (Wagram / Audioglobe) è appena uscito: 12 composizioni originali, numerosi ospiti tra cui il sassofonista, vincitore di un Grammy Award, Joe Lovano e il celebre trombettista franco-libanese Ibrahim Maalouf. Un disco sospeso tra tradizione e modernità, dove i ritmi cubani intrecciano beat, tastiere retro e acrobazie vocali. “Yesun è il disco a cui ho sempre aspirato. Tutte le mie influenze sono qui, tutti i suoni e le vibrazioni che mi appartengono e mi definiscono”. Roberto Fonseca sarà accompagnato dal batterista Raul Herrera e dal contrabbassista Yandy Mantinez-Rodriguez.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
É uscito il 12 maggio London Ko, il nuovo disco di Fatoumata Diawara co-prodotto da Damon Albarn. Con questo nuovo disco, Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako. In London Ko l’artista africana, tra le voci più intense nel panorama internazionale della world music, unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e compare in ben sei brani, tra cui il primo singolo, Nsera, uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora. Attingendo agli incontri artistici internazionali…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
“Più di ogni altra cosa siamo una rock band”, dichiara la frontwoman Yousra, che canta, ulula e improvvisa fulgori con il suo awicha (piccolo guembri), come qualche dea guerriera barbara. Con Nayda!, debutto del formidabile quartetto marocchino-francese, prodotto per la prestigiosa Real World, i Bab L’Bluz spargono i frutti della loro elettrizzante mezcla in cui confluiscono ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, elementi berberi e subsahariani che incontrano, felicemente, funky, rock e blues. Acclamato dal Mojo nella Top 10 world album dell’anno, dal Songlines tra i migliori album del 2020, dal New York Times, Vogue Arabia, BBC, Le Monde, Financial Time, Pan African Music, Uncut, Radio Nova e altri, nel 2021 ha vinto la Songlines Music Awards nella categoria Fusion….
La parabola del progetto Buena Vista Social Club la conosciamo tutti perché è entrata nell’immaginario collettivo come poche altre vicende. Nel 1996 il chitarrista americano Ry Cooder e il direttore d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez radunano un gruppo di musicisti, celebri negli anni ’40-’50 e per lo più dimenticati, che praticavano le sonorità tradizionali dell’Isla Grande: il son, il bolero, il danzon, all’epoca schiacciati dall’imperio della salsa. Eliades Ochoa era il bambino – «el nieto», il nipote – (prima dell’arrivo qualche anno dopo, del “piccolo” Roberto Fonseca) in quell’allegra combriccola di ottuagenari che stupì il mondo intero. Eppure Eliades Ochoa, nel 1996, non era propriamente di primo pelo: di anni ne aveva già una cinquantina e ed era conosciuto con il suo Cuarteto Patria partito…
Dopo il grande successo di On Te L’Avait Dit (2015) e Des Promesser (2017), l’insaziabile produttore francese ritorna al suo primo amore, la musica disco, volgendo lo sguardo alle sue influenze africane e caraibiche. Esce così nel 2021 il nuovo album Voiciii per Voilaaa, firmato Favorite Recordings. Come un tuffo immersivo nel suo universo afro-disco espresso in 14 tracce, è inutile dire che in questo LP si trovano tutti gli ingredienti che lo hanno reso famoso: pezzoni festivi convincenti e a misura di dancefloor, irresistibili arrangiamenti funky e un innegabile senso dell’umorismo e dell’ironia. Senza dubbio, come ovunque negli anni ’70 e ’80, movimenti funky e disco erano estremamente influenti in questi luoghi, e nella maggior parte dei casi, la…
Con 30 dischi all’attivo, la leggenda ghanese Gyedu Blay Ambolley e la sua Sekondi Band hanno scritto una delle pagine più rivoluzionarie della musica africana tanto che il loro ultimo disco uscito ad aprile, “Gyedu Ambolley and Hi-life Jazz” (Agogo Records) è in cima alla classifica di gradimento tra i cultori dell’Highlife/Afro-jazz sparsi nel mondo. Nato nel 1947 a Sekondi-Takoradi nel Ghana occidentale, Ambolley è talento precoce: a 8 anni inizia a suonare il flauto del padre e già a 14 anni approda da polistrumentista alla corte di “Uncle Bonku” che lo perfeziona all’uso della chitarra. Ma è dall’incontro e dalla formazione, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con Ebo Taylor e Sammy Lartey che si rivela la…
La città è Agadez, famosa città tuareg e capitale nevralgica del desert blues e il fondatore di questa storia è Aghaly Migi. È lui a fondare il gruppo nel 1995 e ad insegnare nel corso degli anni ai suoi fratelli come impugnare la chitarra, l’arma più diffusa nelle strade polverose di Agadez e che ha consegnato al mondo leggende musicali come Bombino. A differenza dei più celebri colleghi, gli Etran de l’Aïr hanno sempre mantenuto una dimensione più familiare e forse più autentica. Infatti una delle peculiarità del desert blues di Agadez è quella di essere una musica cerimoniale suonata in occasione di matrimoni, battesimi, eventi politici. Anche i ritmi erano più rudimentali all’inizio della loro storia – solo chitarre…
Un artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro-cubana. Il suo ultimo album YESUN (Wagram / Audioglobe) è appena uscito: 12 composizioni originali, numerosi ospiti tra cui il sassofonista, vincitore di un Grammy Award, Joe Lovano e il celebre trombettista franco-libanese Ibrahim Maalouf. Un disco sospeso tra tradizione e modernità, dove i ritmi cubani intrecciano beat, tastiere retro e acrobazie vocali. “Yesun è il disco a cui ho sempre aspirato. Tutte le mie influenze sono qui, tutti i suoni e le vibrazioni che mi appartengono e mi definiscono”. Roberto Fonseca sarà accompagnato dal batterista Raul Herrera e dal contrabbassista Yandy Mantinez-Rodriguez.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’ottava regione del Mali, dove tutt’intorno il deserto si estende in ogni direzione: secchi, aridi e interminabili orizzonti di sabbia e rocce. Questa è la parte sudoccidentale del Sahara, la casa dei Tuareg, e la città di Kidal è uno dei centri culturali principali. Campo di battaglia, conquistata e riconquistata, rimane il simbolo dell’audacia e della speranza Tuareg, la casa spirituale di gente senza radici. Qui, decisero di unirsi per la prima volta come gruppo. Gran parte dei componenti del gruppo prende parte alla guerra per l’autonomia del popolo tuareg, iniziata negli anni ‘90, e alcuni loro familiari e conoscenti perdono la vita proprio durante questo conflitto. Nel 2006 decidono di deporre le armi…
Kakawa è il nome con cui viene identificata la pianta da cui hanno origine i frutti del cacao. Kakawa significa fonte di sostentamento, vita per tutti i popoli indigeni delle fasce equatoriali del mondo, e allo stesso tempo si trasforma, attraverso un processo di contaminazione, in qualcosa che tutto il mondo conosce sotto varie, molteplici e gustose forme. Come per il cibo anche per la musica il processo creativo trae ispirazione dalla terra, dalle radici, dalle origini. In simbiosi con la natura e attraverso l’uomo, tra spiritualità e divinità, i suoni si sviluppano, si contaminano e arrivano sotto nuova forma in ogni angolo del globo. Ritmo, musica e canto a beneficio di ogni essere vivente. Kakawa è un progetto musicale…
É uscito il 12 maggio London Ko, il nuovo disco di Fatoumata Diawara co-prodotto da Damon Albarn. Con questo nuovo disco, Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako. In London Ko l’artista africana, tra le voci più intense nel panorama internazionale della world music, unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e compare in ben sei brani, tra cui il primo singolo, Nsera, uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora. Attingendo agli incontri artistici internazionali…
Leyla McCalla trae ispirazione dal suo passato e dal presente: sia che si tratti della sua eredità haitiana, delle strade di New York dove è nata o di quelle di New Orleans, patria elettiva della sua vita artistica, Leyla pesca a piene mani dalla storia e dalle contraddizioni del mondo attuale. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Nata a New York City da genitori emigrati haitiani, Leyla è stata immersa in una fusione di culture sin dalla tenera età. Da adolescente ha vissuto anche per due anni ad Accra, in Ghana, prima…
Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene infine lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito dov’è rimasto da allora. Si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, ed un incontro con una Adele allora adolescente. La musica gli offre una tregua e gli dà respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito. “In Galles per la prima volta comprai della musica…
Kyle Eastwood è cresciuto a Carmel, in California, figlio maggiore del regista Clint Eastwood. Immerso nella musica sin dall’infanzia grazie alla passione dei genitori, Kyle è cresciuto ascoltando i grandi del jazz, da Miles Davis a Duke Ellington e Count Basie. “Quando ho detto a mio padre che volevo fare il musicista, era veramente contento. La musica è sempre stata importante nella mia famiglia.”. Spronato e supportato dal padre, Kyle Eastwood ha iniziato a suonare il contrabbasso e il basso elettrico e dopo gli studi ha iniziato a suonare negli Stati Uniti. E’ con la pubblicazione del suo primo album alla fine degli anni ’90 che inizia la sua produzione discografica, mentre parallelamente realizza le colonne sonore dei film del padre: Mystic…
Jean-Pierre Bokondji, in arte Jupiter, nasce a Kinshasa il 16 dicembre 1963, tre anni dopo l’indipendenza del Congo. È la sua nonna, una curatrice riconosciuta, che lo introduce per prima alla musica e ai ritmi tradizionali, e fin da piccolo Jupiter impara a suonare le percussioni, accompagnandola nei funerali e matrimoni. Passa larga parte della sua infanzia e adolescenza vivendo a Dar-es-Salam in Tanzania e nella Berlino Est, dove suo padre lavora come assistente esecutivo per l’ambasciata del Congo nel 1974. Ma nel 1979, all’età di 17 anni, lascia la Germania per tornare a Kinshasa e si immerge in tutta un’altra dimensione, l’antitesi di ciò che aveva conosciuto fino ad allora. Crescendo in Germania come figlio di un diplomatico, Jupiter…
Musicalista nasce il 19 gennaio 2007 per iniziativa di Magali Berardo, formatasi negli anni precedenti attraverso importanti esperienze con agenzie di spicco del panorama world nazionale e internazionale. La sua è un’agenzia che si occupa della promozione dei suoni e delle culture di matrice locale in prospettiva globale, con particolari attenzioni rivolte all’Africa, ai Balcani, al Sudamerica e alle minoranze linguistiche e culturali. In riferimento alle denominazioni correnti la gamma di suoni e personaggi legati all’agenzia si può ricondurre agli ambiti world, Folk, Indie, Jazz e canzone d’autore. La sua offerta di servizi è così articolata: Booking in esclusiva per l’Italia di artisti stranieri; Organizzazione di tournée; Management di artisti e gruppi italiani per il nostro paese e per l’estero; Progettazione, organizzazione e…