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BALOJI

L'Arte a 360 gradi

Baloji significa "uomo di scienza" in swahili ma, durante il periodo coloniale, il significato si è modificato a seguito dell'evangelizzazione cristiana, fino a diventare "uomo delle scienze occulte", quindi "stregone".

Baloji nasce a Lubumbashi (nella Repubblica Democratica del Congo) e cresce in Belgio.

Baloji è un artista in movimento, un musicista, un poeta, un regista, un uomo fatto di immagini e di idee. È in movimento come gli abitanti di Avenue Kaniama, a Lubumbashi. In movimento come l’afro beat sintetico che produce, frutto di un’improbabile alleanza tra il rockrumba e un funk futurista. In movimento costante, come il suo corpo sul palcoscenico mentre conduce la sua band, trasportandola in una sensuale trance voodoo. In movimento come l’epoca catturata dalla sua penna, un’epoca in cui il personale e il politico si incontrano e si scontrano. Lavora inoltre come direttore artistico per diversi brand e ha posato, tra gli altri, per Louis Vuitton, Burberry, Kris Van Assche e Edun+Diesel.

Appena adolescente, fonda il suo primo collettivo rap, Starflam. Nel 2008, col nome di Baloji, pubblica il suo primo album da solista, Hotel Impala, un album concepito come risposta ad una lettera ricevuta da sua madre dopo 25 anni di assenza.

Dopo aver girato il mondo a seguito dell’uscita del suo album, nel 2016 pubblica l’EP 64 Bits & Malachite per l’etichetta Bella Union, il quale viene subito acclamato dalla critica.

La sua collaborazione con Bella Union continua con la recente pubblicazione del suo secondo album 137 Avenue Kaniama, uscito a marzo 2018, il quale viene tra l’altro accompagnato dall’omonimo cortometraggio.

Con quest’ultimo album si riconferma quello spiccato senso artistico che già avevamo conosciuto con Hotel Impala, il primo passo verso il grande progetto estetico di Baloji: quello di raccontare delle fratture del mondo utilizzando le sonorità del nostro tempo, senza però mai allontanarsi troppo dall’eredità dei grandi musicisti dell’Africa.

Se il nigeriano Fela Kuti ha nobilitato quello che è l’Afro Beat, anno dopo anno Baloji si avvicina e si fa pioniere di ciò che viene definito World Beat, affrontando un percorso che trae ispirazione dai tormenti del mondo.

137 Avenue Kaniama si impregna di un’atmosfera ritmata che richiama l’eredità musicale degli anni ’70, quell’epoca di apoteosi artistica, quando gli artisti afro-americani si ispiravano alla musica africana e viceversa.

137 Avenue Kaniama è anche un libro, ricco di riferimenti (allusioni a Dany Laferrière, o all’inventiva di Tchicaya U’Tamsi). È mosaico, pieno di parole, parabole, un universo di storie, poesia in movimento, che punta il dito contro le mancanze delle nostre società, ora devastate dai danni collaterali della globalizzazione.

I progetti di Baloji incudono inoltre numerosi ruoli come attore in diversi film, i quali hanno come registi personalità molto diverse tra loro, quali Andrew Dosunmu (dalla Nigeria), Michael Roskam (dal Belgio), Everaldo Gout (dal Messico),Thomas Vincent (dalla Francia) and Nigel Thilmon (dagli Stati Uniti).

Baloji dirige i propri video e crea le immagini per i suoi vari progetti. Il suo primo cortometraggio uscito a marzo 2018, KANIAMA SHOW, è una satira che prende di mira i programmi di propaganda africani.

Il suo primo lungometraggio, Mama Nzinga, per il quale ha scritto la sceneggiatura, è in programma per il 2019.