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JOACHIM COODER

Uno stile unico e disarmante, che trascina in un vortice di ritmi e immaginazioni

Joachim Cooder è cresciuto circondato dalla musica, accanto a suo padre, il leggendario chitarrista Ry Cooder, vincitore di sette Grammy, che lo ha portato in tournée fin dalla giovane età come batterista, suonando sia dal vivo che in studio. Questi progetti di tournée e registrazione gli hanno permesso di condividere il palco e il lavoro in studio con artisti come Johnny Cash, Ali Farka Touré, V. M. Bhatt, Steve Earle, John Lee Hooker, Dr. John, Nick Lowe, Mavis Staples, The Happy Mondays e, in particolare, il pluripremiato progetto Buena Vista Social Club , che ha venduto oltre otto milioni di copie in tutto il mondo ed è entrato nel Guinness dei Primati come l'album di world music più venduto di sempre.

Oggi, Joachim Cooder, cantante, polistrumentista e compositore , ha annunciato un nuovo album in studio, “Dreamer’s Motel”, una raccolta di brani originali uscito il 13 Novembre.

Co-prodotto da Martin Pradler (John Mayer, Shawn Mendes, Neil Young), Dreamer’s Motel vede Cooder esplorare nuovi territori sonori, muovendosi con autenticità tra soulful Americana, folk, roots e alt-country. Con un’artigianalità melodica ricca e un fascino discreto, questa raccolta di 7 brani è un promemoria della vasta gamma e del ricco patrimonio musicale del musicista californiano.

Dreamer’s Motel trasporta gli ascoltatori in una stratosfera sonica senza confini, in un viaggio nostalgico in cui la realtà è intrisa di visioni di speranza e dolcezza, che vivono nei sogni e nei ricordi.

Le vocalità e i ritmi caraibici si mescolano delicatamente in “Sight and Sound“, con le chitarre che risuonano a sostegno dei cori ondeggianti nel dolce ritornello di “Cool Little Lion“, simile a una ninna nanna. “Let Me See My Brother Walk” è invece intrisa di influenze gospel, le voci corali eteree rispondono al canto principale di Cooder, mentre la bellezza strumentale del brano si sviluppa dalle note del banjo che si intrecciano e si snodano sotto le fondamenta di pianoforte, viola e violino. L’album si chiude con “Down to the Blood“, dove il folk psichedelico vibrante si unisce allo stile voodoo Cajun di Dr. John, regalando un finale tanto ipnotico quanto indimenticabile.

 

Sul precedente album di Cooder, “Over That Road I’m Bound” del 2020:

“Un gioioso mix di kalimba africana e melodie tradizionali del country blues.”

– The Sunday Times –

“Caldo, edificante e silenziosamente spettacolare.”

– Uncut –

“Il talento ereditato trova la sua vena d’ispirazione… un disco lungo vivace e gioioso.” 

– MOJO ★★★★ –